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Mercoledì 25 Gennaio 2006 -  Incontro con la dott.ssa Anna Dabbicco

Promozione della cultura della donazione

 

La dott.ssa Anna Dabbicco

dott.ssa Anna Dabbicco

In data 25 gennaio 2006 nella palestra del Liceo Classico-Linguistico, nell'ambito di un vasto progetto incentrato sulla salute, curato dal prof. Paolo Accetta, si è tenuta la conferenza sul tema della promozione della cultura della donazione del sangue, di cui è stata relatrice la dottoressa Anna Dabbicco, specialista in ematologia e primario del centro trasfusionale U.S.L. di Sant'Agata Militello.
Dopo una breve introduzione del Prof. Accetta, che ha illustrato il ruolo della scuola nella nascita della cultura della donazione del sangue, la dottoressa ha esordito spiegando che lo scopo della relazione e del confronto con gli studenti sul tema della donazione del sangue è di sensibilizzare lo studente riguardo a questo tema molto delicato. La dottoressa, inoltre, ha messo l'accento sull'importanza etica e sociale della donazione del sangue, vista come atto di grande generosità e responsabilità nei confronti di tutti coloro che necessitano, per varie ragioni, di essere trasfusi.

In effetti, le ragioni per le quali si possa incappare in una situazione per la quale sia necessaria una trasfusione sono varie, frutto e di cause patologiche, come nel caso delle persone affette da talassemia, e di agenti esterni, ad esempio in seguito ad un incidente stradale; ragion per cui nessuno di noi è, quindi, immune ad un eventuale bisogno di essere trasfuso. La dottoressa ha continuato il suo intervento mettendo in evidenza che, al momento della donazione, il donatore viene sottoposto ad una serie di accertamenti medici attraverso i quali ottiene un check-up completo della sua situazione clinica al fine di verificare che il sangue che si sta per prelevare sia puro e privo di patologie. Questi accertamenti hanno una grande importanza non solo per chi verrà trasfuso, in quanto, ovviamente, qualora il sangue dovesse essere infetto sarebbe immediatamente scartato, ma anche per il donatore, perché potrà così monitorare la propria situazione clinica.
Sono potenziali donatori tutti coloro che hanno un'età compresa tra i 18 e i 65 anni, pressione arteriosa sistolica tra 110 e 180 mmHg, diastolica tra 60 e 100 mmHg, valore di emoglobina non inferiore a 12,5 g/dL nelle donne ed a 13,5 g/dL negli uomini, peso non inferiore ai 50 kg.

Non possono donare il sangue coloro che sono affetti da varie patologie, che hanno comportamenti sessuali non regolari e quindi rischiano di avere patologie nella sfera sessuale, e gli alcolisti che, al contrario dei fumatori, presentano impurità nel sangue. Alcuni fattori, come la gravidanza o alcune malattie, sono causa di esclusione temporanea dalla possibilità di donazione.
Il sangue può essere donato in due modalità diverse; infatti è possibile donare il sangue intero, ciò significa che vengono prese tutte le componenti del sangue prelevato, o donare per aferesi, processo attraverso il quale vengono prese solo alcune parti del sangue.
Il numero di donazioni massimo nel periodo di un anno è per gli uomini pari a 4, una ogni 90 giorni, mentre per le donne è pari a 2, una ogni 180 giorni.

 

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È possibile donare il sangue nelle zone in cui sono presenti il servizio trasfusionale o le unità di raccolta fisse o mobili, quest'ultime locate nei paesi in cui non sono presentì centri trasfusionali fissi. La dottoressa ha concluso il proprio discorso con una riflessione sulla situazione della nostra regione e della nostra zona. Infatti, con l'aiuto di lucidi, ha mostrato come la Sicilia, all'interno del panorama italiano, nell'ambito della quantità dì sangue donato, sia fanalino di coda poichè presenta pochissimi donatori che non soddisfano assolutamente il fabbisogno di sangue della nostra regione.
Sebbene la provincia dì Messina resti comunque in fondo alla classifica delle province sicule donatrici di sangue, fortunatamente la situazione è nettamente migliorata e nella zona dì Sant'Agata dal 1999 ad oggi le donazioni sono praticamente raddoppiate. Tuttavia non è ancora abbastanza, servono più donatori per evitare di essere costretti ad importare sangue dalle altre regioni d'Italia; ma, per diventare autonomi in tal senso, bisogna creare una vera e propria “cultura della donazione” e per far in modo che questa possa nascere è necessario che cresca la consapevolezza dell’importanza della donazione del sangue. Nel far questo noi giovani possiamo avere un ruolo fondamentale, riportando il nostro "SI" alla donazione negli ambienti che frequentiamo abitualmente e cominciando dal sensibilizzare famiglia e amici su questo tema di cruciale importanza per tutta la società.
 

Luca Faranda – II A Classico
 

       

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