Venerdì 17 Aprile 2009

PROGETTO CLASSICITA'

a cura dei docenti: Patrizia Baldanza e Maria Santina Musarra

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PRESENTAZIONE del prof. Salvatore Di Fazio

Ci sono dei libri che sono come le sette meraviglie del mondo. Mi riferisco a capolavori come l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide, la Divina Commedia, I Promessi Sposi, le tragedie di Shakespeare, le Tragedie Greche. E aggiungerei anche Le Sacre Scritture, in particolare i Vangeli. Anche queste sono sette (o nove o dieci, non importa) meraviglie del mondo, del mondo della cultura occidentale, ma non solo occidentale.

Nessuno dovrebbe trascorrere le vita senza averle lette. Tutti gli altri libri sono secondari, marginali, e comunque collocabili su livelli inferiori. Un paradosso, questo? Sicuramente no. Perché? - direte voi - perché - dico io - in queste opere ci sono tutte le domande e tutte le risposte che l'uomo di ogni tempo si è posto e continua a porsi. Sono le eterne domande che l'uomo solleva in ogni epoca, sotto ogni cielo, a partire dal giorno in cui ha messo piede sulla terra. E fino a quando continuerà a camminare sulla terra. Le domande sono sempre le stesse: Chi è Dio e chi sono gli dèi, che cosa è l'uomo, e che cosa sono la vita, la morte, il dolore, la felicità, il bene, il male, la giustizia, il destino, gli oracoli, l'eternità. E così via. Le tragedie greche sono una straordinaria Bibbia umana e pagana, che agisce su di noi e dentro di noi come Prometeo che ruba a Zeus il fuoco, cioè la luce, cioè la sapienza, cioè la vita, per sapere chi egli è, o che cosa è. Le Tragedie Greche sono un universo infinito di saggezza e di cultura, di bellezza e di modernità, di poesia e di meditazione. Sono un gigantesco tentativo di abbattere - diceva Pirandello - le bianche statue dei miti. di squarciare il cielo dì carta che vela a noi la verità, quella con la "V" maiuscola.

Oggi parliamo di tragedie greche. Ed è una fortuna per voi, ragazzi, grandi e piccoli. Perché in questa mediatica civiltà del "Grande Fratello", dell'Isola dei Famosi, delle varie Fattorie e delle varie Stalle televisive, parlare di Tragedie Greche è una esperienza edificante.

E ne parliamo con due grandi studiosi, con due professori di non comune esperienza e competenza, sia sotto il profilo culturale che sotto l'aspetto critico, interpretativo ed esegetico.

Il Prof. Bologna, oltre che al liceo, insegna Letteratura Latina presso l'Università Salesiana di Roma. Ha partecipato più volte al Certamen Vaticanum per la poesia e la prosa latina e ha vinto numerose medaglie d'oro. Ed è notorio che il Certamen Vaticanum è uno dei più prestigiosi concorsi internazionali dì composizione latina.

Il Prof. Biagio Amata, santagatese, ha un curriculum di ben 41 pagine strapiene su Internet. E' stato Docente all'Università Pontificia Salesiana dal 1982 nella cattedra di Letteratura latina cristiana della Facoltà di Lettere Classiche e Cristiane, denominata Pontificium Institutum Altioris Latinitatis. E' stato Preside nella Facoltà di Lettere Classiche e Cristiane dello stesso Istituto. Ha insegnato Patristica Greca e Latina e poi Letteratura latina cristiana antica.

L'elenco delle sue pubblicazioni è lunghissimo e riguarda un amplissimo ventaglio di discipline: patristica, filosofia, filologia, volumi e scritti su Arnobio, sull'Arte dell'antichità classica, su Eliodoro, sui Frammenti e le tragedie di Eschilo, sui Carmina Epigraphica Graeca del IV secolo a. C., su Plutarco, su Demostene, su Petronio, su Ilario di Poitiers, su Lingua e stile delle Satire di Grazio. E cosi via. Ha vinto, fra i tanti premi, L'Eschilo d'oro.